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Vi invito a guardare il documentario in fondo alla pagina è un'opera d'arte.

"Cosa c'è sotto le nuvole"
Il video descrive il degrado in atto nelle Alpi Apuane .

Regia,Testi,Musica di:
Alberto Grossi
Vincitore del premio speciale al Mountain Film Festival di Trento.

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lunedì 14 dicembre 2009

GIULIO TURCATO

Giulio Turcato
(Mantova, 1912 - Roma, 1955)

Giulio Turcato nasce a Mantova nel 1912. I suoi studi artistici e la sua formazione avviene a Venezia, dove segue la Scuola d’Arte, il Liceo Artistico e la Scuola Libera del Nudo. Nel 1926 inizia a dipingere i primi paesaggi e nature morte e nel 1932 espone in una mostra collettiva. A partire dal 1937 si trasferisce a Milano. Nel 1939 tiene la sua prima mostra personale, poi nel 1940 partecipa ad una collettiva alla galleria Grande. Nel 1942/43 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia e si trasferisce a Roma dove nel giugno ’43 partecipa alla Quadriennale d’Arte, con Natura morta, a Roma entra subito nel vivo delle polemiche artistiche: legando la sua attività artistica all'impegno sociale e politico,operando a favore di un ampliamento a livello internazionale della cultura italiana e soprattutto per affermare la libertà individuale al di fuori di ogni retorica e di ogni condizionamento. Nel ’47 partecipa alla redazione del manifesto del formalismo “Forma 1” con Accardi, Attardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Perilli e Sanfilippo. Giulio Turcato è stato un protagonista indiscusso della rivoluzione astrattista in Italia nel periodo postbellico. Nella sua carriera l' artista sarà invitato a molte biennali di Venezia oltre quella del '42 seguiranno quelle del 1946, nel 1948,come aderente al Fronte Nuovo delle Arti, nel 1950 con il Gruppo degli 8, nel 1952,1954,1956,1958, nel 1966 dove espone le prime Gommepiume/Superfici Lunari, 1968, 1972,1984, e ancora la Biennale di Venezia del 1993, ospitato nella sezione intitolata “Opera Italiana”. Gli ultimi anni segnano un grande interesse critico verso la sua opera ; I suoi quadri nel tempo si sono arricchiti di inserti polimaterici e spesso hanno presentano straordinari effetti fluorescenti, determinati da intensi giochi di luce. Molto apprezzate sono anche le sue tele monocrome e quelle a vaste sezioni di colore che sanno suggerire vaghe evocazioni figurali, cosi gli "Arcipelaghi" che si alternano con i "Paesaggi lunari" e gli "Itinerari in gommapiuma" che fanno da contraltare alla serie dei "Cangianti" dove il colore diventa protagonista di un'ipotetica partitura musicale, tutta questa serie di opere, sono andate ad aricchire importanti collezioni d’arte moderna pubbliche e private europee ed americane

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