Per tutti coloro che visitano questo blog

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Vi invito a guardare il documentario in fondo alla pagina è un'opera d'arte.

"Cosa c'è sotto le nuvole"
Il video descrive il degrado in atto nelle Alpi Apuane .

Regia,Testi,Musica di:
Alberto Grossi
Vincitore del premio speciale al Mountain Film Festival di Trento.

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martedì 30 giugno 2009

TAKASHI MURAKAMI

Takashi Murakami
(Tokio, 1962)

Studia allUniversità di Tokio dal 1986 al 1993; debutta nel 1989 alla Galleria Ginza Surugadai di Tokio e nel 1991 con la mostra personale Takashi,Tamia; nel 1994 viene invitato a New York per partecipare a un programma internazionale con la Rockfeller Foundation Asian Cultural Council. Nel 1995, ad Asaka, fonda la Hirpon Factory (Kaikai kiki), un laboratorio simile alla Factory di Andy Warhol, che lo assiste alla realizzazione dei suoi lavori, nella valorizzazione dei giovani artisti e nella pianificazione del ricco merchandising collegato alle sue opere.

Arte Mondadori - Copertine Vecchi Numeri N° 319 Marzo 2000

ARTE Numero 319

Marzo 2000


Copertina
Tecno Basilé
Ritratti dal futuro

Di scena
Le ceramiche di Picasso
Kirchner a Lugano
Le Amazzoni del Guggenheim


lunedì 29 giugno 2009

OPERA IN PRIMO PIANO ( Luca Palazzi )


LUCA PALAZZI

“Uomovolante”


Oil pastels on canvas - cm 35x50 - 2005

VINCENZO AGNETTI

Vincenzo Agnetti
( Milano ,1926-1981)

Diplomatosi al Liceo Artistico di Brera a Milano, l'artista a seguito di un brevissimo periodo di esperienze nel campo dell'Informale e della poesia visivo-concreta (anni Cinquanta), e dopo una pausa di riflessione, negli anni Sessanta comincia a rifiutare l'arte nella sua pratica tradizionale, intensificando l'attività di scrittore e teorico dell'arte, ritornato in Italia dopo aver vissuto in America propone dal 1967 una serie di ricerche linguistico concettuali, dove l'arte è intesa come pura analisi di concetti, proposizioni e teoria operante . La sintesi espressiva è ottenuta attraverso gli strumenti dell'ironia, dello spiazzamento e del rapporto dialettico tra i diversi linguaggi spaziando dal teatro al cinema all'elettronica.


Nel riquadro : "Assioma" 1970 incisione su lastra di bachelite 70 x 70 cm

CLaiRe MoSS

CLaiRe MoSS iL CoRPo DeLL'aRTiSTa NeLL'aRTe CoNTeMPoRaNea
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Curiosando su YouTube ho visto la performance Cut Piece di CLAIRE MOSS
una versione performativa molto interessante ed è per questo che vi invito a vedere il video a seguire sempre di Claire Moss
c'è un secondo video che si intitola Headbanging.
buona visione...
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Arte Mondadori - Copertine Vecchi Numeri N° 318 Febbraio 2000

ARTE Numero 318

Febbraio 2000

Copertina
Grande mostra a
Milano Proust e la
Recherche secondo
Enrico Bay

Primo piano
Gli interni di Edelstein e
Setsuko, il neogestuale
di Jason Martin e le
tendenze della nuova scultura

ROBERTO CRIPPA

Roberto Crippa
(Monza nel 1921, Bresso 1972)

Dopo aver frequentato l'Accademia di Brera dove ha come insegnanti Carpi, Funi e Carrà, Crippa intraprende numerosi viaggi, a Parigi dove conosce Victor Brauner, a New York Max Ernst e Duchamp.
A Milano frequenta
Lucio Fontana e firma il terzo dei manifesti dello spazialismo.
Nel 1954 è presente alla
Biennale di Venezia e alla X Triennale di Milano; espone poi a New York. Nel 1955 espone al Naviglio di Milano i polimaterici. Nel 1956, oltre alla Biennale di Venezia, partecipa a mostre collettive a Tokyo, Hiroshima, Amsterdam, Madrid e a personali aParigi e Roma. Frequenta New York, Londra e Buenos Aires per tutto il 1957, anno in cui realizza i primi sugheri, cortecce e legni. Nel 1958 partecipa alla Biennale di Venezia.
Nel 1960 inaugura la produzione di polimaterici, collages con sugheri, giornali, veline plastificate e altri materiali. Intensa l'attività espositiva in
Giappone, Olanda, Stati Uniti, Australia, Francia. Nel 1962, durante un volo acrobatico, si frattura le gambe e per un anno è costretto all'uso di stampelle. Nonostante ciò partecipa alle mostre a Losanna, New York e Parigi. Fino al 1967 espone in tutto il mondo; in quell'anno la Rhodesia gli dedica un francobollo. Nel 1968 è invitato alla Biennale di Venezia e alla Biennale di Mentone. Nel 1972 muore tragicamente nel corso di un volo acrobatico

domenica 28 giugno 2009

iL CoRPo DeLL'aRTiSTa NeLL'aRTe CoNTeMPoRaNea ViTo aCCoNCi


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La Biografia di Vito Acconci è tratta da wikiartpedia...
Suo padre era un immigrante italiano che lo portò a visitare musei e gli diede una prima istruzione sulle Arti. Ricevette un B.A. in letteratura dall'Università di Santa Croce nel 1962 ed un M.F.A. in letteratura e poesia dall'Università di Iowa. Vito Acconci cominciò la sua carriera come poeta e alla fine degli anni 60 si trasformò in un Videoartista che usa il suo corpo come soggetto per fotografie film e video. I suoi lavori furono influenzati pesantemente dal situazionismo. Vito Acconci è un artista che lavora negli anni Sessanta e Settanta sperimentando sul proprio corpo performance che guardano alla Body art.
Vito Acconci lavora a Brooklyn e New York.
Le sue performance sono incentrate sull'uso del corpo come mezzo espressivo.
Vito Acconci inizia la carriera artistica nella poesia e il linguaggio rimane una connotazione importante del suo campo di sperimentazione, lo sfondo sul quale sviluppa il lavoro d'artista visivo, videomaker, body artist, progettista d'architettura e d'arte pubblica.
Nel 1960 inizia con la prosa e la poesia, nel 1968 inizia con le arti visuali ed esegue performance di body-Art. Nel 1974 inizia a lavorare come architetto.
Da sempre attivo a New York, ha creato l'Acconci Studio, un think-tank d'arte e architettura dove lavora assieme a un gruppo di giovani progettisti con i quali sta realizzando opere d'arte pubblica e luoghi unici come la galleria e centro culturale Storefront a Manhattan, il parco trasportabile Park up Building installato sulla parete esterna del Centro Gallego de Arte Contemporaneo di Alvaro Siza a Santiago de Compostela, l'Isola sul fiume Mur a Graz o il nuovo Design Store del Museum für Angewandte Kunst di Vienna.
Ha insegnato in molte Scuole d'Arte, tra le quali Nova Scotia College of Art and Design, Halifax, California Institute of the Arts, Valencia, Cooper Union, School of the Art Institute of Chicago, Yale University, the Parsons School of Design.
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Vito Acconci non proviene da una formazione accademica, ma trova un primo interesse nella scrittura e nella poesia.
Ciò che più gli importa della poesia non è tanto il significato delle parole, ma l'attività sulla pagina, l'ordine delle singole lettere e lo spazio da esse occupato.
Prende un'importanza fondamentale il luogo in cui si svolge l'azione: Vito Acconci usa quasi esclusivamente piccole stanze o celle, zone ridotte dove si possa rappresentare il proprio agire privato.

"Una gran parte del lavoro penso consista in quest'esplorazione di me stesso o di un'immagine di me più pubblica, e in questo modo rivoltarmi così da essere scoperto"

A tal proposito è esplicativa la performance Seed-bed, che si svolge nel 1972 alla galleria Sonnanbed di New York: Vito Acconci, sotto una piattaforma sopraelevata, sdraiato, continua a masturbarsi per tutta la durata della rappresentazione.
Gli spettatori piuttosto che essere pubblico, agiscono come spie che guardano un'attività privata.
Chi osserva la performance, ha la possibilità di scegliere di entrare nell'azione, partecipando allo stato di concentrazione dell'artista o andandosene.
La sua attività soggettiva può cosi diventare inter-sogettiva, di spunto e stimolo per chi vi assiste.
Un altro interesse nella ricerca artistica di Acconci è lo stress:

"Quando ci si trova in una situazione stressante si ha immediatamente una reazione d'allarme, quindi si passa ad una fase d'adattamento e si comincia a resistere e a poter sopportare le sollecitazioni"

In una sua performance, divisa in tre atti, sperimenta questa teoria: nella prima fase spinge la sua mano in bocca il più possibile fino a, quando non si sente soffocare, nella seconda fase sta in piedi, bendato, perché non possa raccogliere una palla di gomma che gli è ripetutamente lanciata e da cui si lascia colpire, nella terza e ultima fase si getta negli occhi acqua e sapone, cercando di ripulirsi senza usare le mani, solo con il battito delle palpebre.
Nella teoria di Acconci sullo stress, dopo la fase dell'adattamento, segue l'esaurimento, la cui fase estrema è rappresentata dalla morte.
Ma nelle sue opere non c'è il desiderio, tensione verso la morte, come accettazione dell'esperienza di sé, compenetrandola come parte della vita:

"Non m'interessa raggiungere la morte ma solo avvicinarmi a lei in quel modo".

L'opera di Vito Acconci è caratterizzata dal rischio e dalla sofferenza e a mano a mano, l'artista, si fa coinvolgere completamente dalle azioni comportamentali; i suoi atti sono tesi a definire il corpo come campo su cui poter intervenire per ritrovare e riattivare sensibilità estreme, per definire i limiti del proprio corpo, per potersi trasformare in una specie di "sistema chiuso" richiudendo se stesso in se stesso:

"Il mio lavoro consiste nello sperimentare le varie parti del mio corpo adattandolo alle varie risposte o adattando le risposte al mio corpo".

Di basilare importanza nel processo artistico di Acconci è anche il cambiamento, lo stravolgimento dei ruoli predefiniti come la sessualità.
In Conversion, Vito Acconci sperimenta sul suo stesso corpo la possibilità di apparire come il suo opposto: si brucia i peli sul petto e nasconde il pene tra le gambe, cercando di simulare gli atteggiamenti tipici del mondo femminile, agendo come se questa fosse la sua condizione naturale dell'essere donna.
L'azione termina con l'artista che fa sparire il suo pene nella bocca della sua assistente.
Vito Acconci è il link con una funzione del video che aderisce al corpo e ne rappresenta le più intime modalità.
Nelle sue autoconfessioni, nei suoi dialoghi/provocazioni, nel suo collocare il corpo in situazioni di prova e di sfida, nelle sue autodescrizioni fisiche, Acconci prefigura un rapporto con la tecnologia come una seconda pelle da indossare, un innesto o un dantaglove.
Il rapporto con la tecnologia è un corpo a corpo.
Lo spettatore è coinvolto in uno spazio che è virtuale spazio comunicativo della televisione:
"Il monitor è un punto nello spazio che include lo spettatore, un circolo che da lui è completato".
ENZO CORRENTI

Arte Mondadori - Copertine Vecchi Numeri N° 317 Gennaio 2000

ARTE Numero 317

Gennaio 2000

Copertina
Video Ipnosi
Doug Aitken
Un profeta per il
nuovo millennio

Bologna
Capitale della cultura

Protagonisti
Gadd, Moretti,
Nisivoccia, Combas, Mirò

sabato 27 giugno 2009

OPERA IN PRIMO PIANO (Emilio Scanavino)



EMILIO SCANAVINO

LA MONTAGNA - 1983
140 X 200 - olio su tela

KAREL APPEL

Karel Appel
(Amsterdam, 1921 - Zurigo, 2006)

Nel 1948 dà vita a Parigi, con Constant, Corneille, Asger Jorn e Pierre Alechinsky, al gruppo "COBRA". Il gruppo, che raduna artisti di Copenhagen, Bruxelles e Amsterdam, (Cobra, acronimo delle iniziali delle tre città)sono gli anni in cui Appel codifica una pittura tormentata e felice, che trova nel colore e nel caos dell'impasto cromatico, la sua chiave stilistica e una nuova rappresentazione della realtà, attingendo all'automatismo dei surrealisti, all'uso del colore aspro e pastoso e ad una deformazione della forma, proponendo una rilettura dell'espressionismo in chiave informale e ironica,in cui predominano i colori primari, arginati dalla presenza del nero. Negli anni '70, la stesura diventa più morbida e le immagini si fanno più chiare e nitide. Non c'è più la lotta del passato, ma ricerca dello spazio. Per poi ritornare intorno agli anni ottanta alla pittura dura e violenta degli anni precedenti. E' morto a Zurigo nel maggio 2006, all'età di 85 anni, con lui muore anche l'ispirazione a un'arte naturale, spontanea, decisa nel rifiuto di ogni intellettualismo e dogmatismo retorico e a favore della libera sperimentazione.

giovedì 25 giugno 2009

Arte Mondadori - Copertine Vecchi Numeri N° 316 Dicembre 1999

ARTE Numero 316
Dicembre 1999

Copertina
Bologna la figura da
Picasso a Botero

Inchiesta
Capire l'arte oggi
Con Mazzotta, Panza di Biumo,
Vettese e Zecchi

Fotografia
Tutto Stieglitzin web
Ceramica
L'Opificio dei virtuosismi
Design
Gli argenti San Lorenzo

MIMMO GERMANA'

Mimmo Germanà
(Catania, 1944. Busto Arsizio, (Va) 1992)

Mimmo Germanà si avvicina all'arte seguendo un percorso da autodidatta, svolgendo una ricerca orientata verso un coinvolgimento totale dello spazio-ambiente, realizzando installazioni con vari elementi, quadri, oggetti, disegni. Il suo linguaggio recupera in chiave esoterica e primitivistica una figurazione semplificata e sintetica, carica di accenti neoespressionisti e di valenze simboliche in cui la struttura non e' piu' cercata nel disegno, ma e' costruita attraverso il colore. Le forme si semplificano ed il colore riempie la tela, l'immaginario dell'artista e' rappresentato da un universo atavico, distante e avulso dal conflitto prepotente tra natura e tecnologia cosi' presente nei nostri tempi. La sua figura emerge all'inizio degli anni Ottanta con la Transavanguardia, termine con il quale Achille Bonito Oliva designa un gruppetto di artisti italiani che rilanciano una pittura di figurazione calda", visionaria, dai colori fauve, che recupera spunti e citazioni senza progetto anche dall'arte del passato, dopo i freddi anni Settanta dell'arte concettuale, esponendo in Biennale a Venezia e in vari musei dall'Europa all'America. Qualcuno lo defini' lo ''Chagall italiano'' alludendo probabilmente al mondo fantastico e poetico dei suoi dipinti, ma sulla spensieratezza e sulla forza dionisiaca delle scene, tuttavia si proietta spesso l'ombra di cieli neri; un'inquietudine che sembra riflettere la malinconia del vivere costantemente covata nel cuore oltre al dramma della malattia, l'Aids che l'avrebbe condotto alla scomparsa prematura avvenuta a Busto Arsizio nel 1992.

iL CoRPo DeLL'aRTiSTa NeLL'aRTe CoNTeMPoRaNea

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CHi SeGue iL Mio MoDo Di FaRe aRTe Sa CHe uSo SPeSSo iL Mio CoRPo PeR FaRe aRTe,
eD è PeR QueSTo CHe Vi VoGLio RaCCoNTaRe DeL CoRPo DeLL'aRTiSTa NeLL'aRTe CoNTeMPoRaNea...
NeLL'aRTe CoNTeMPoRANea L'uSo DeL CoRPo è SeMPRe STaTo CoSTaNTe.
iL CoRPo MoSTRaTo CoN Cui L'aRTiSTa ViVe La Sua aRTe...
CoN PeRFoRMaNCe, ViDeo e FoToGRaFia!
CoN La BoDy aRT, ViDeo, FoToGRaFia e PeRFoRMaNCe L'aRTiSTa aBBaTTe Le BaRRieRe TRa L'aRTe e La ViTa...
CoN eSPeRieNZe ViSiVe e SeNSoRiaLi (a VoLTe aNCHe DoLoRoSe) HaNNo TRaSMeSSo L'aNGoSCia e Lo SMaRRiMeNTo
a CaVaLLo Di Due MiLLeNNi...
CoN uNa SeRie Di PoST VoRRei PRoVaRe a RaCCoNTaRe Di aLCuNi PRoTaGoNiSTi
FaMoSi e NoN CHe HaNNo uSaTo iL CoRPo PeR CReaRe aRTe.
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- eSa BaNG - 1947-1998 performance dedicata alla madre - Firenze 2005
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- GiNa PaNe - Sentimentale performance del 1973

- YoKo oNo - FLy
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ENZO CORRENTI

mercoledì 24 giugno 2009

Arte Mondadori - Copertine Vecchi Numeri N° 315 Novembre 1999

ARTE Numero 315

Novembre 1999

Copertina
Fragile e viva.
La materia di
Kiki Smith
incanta il mondo

Protagonisti del mese
Ensor, De Maria, Hokusai,
Schmidlin, De Filippi, Rabarama.
Edimburgo, città d'arte

OPERA IN PRIMO PIANO ( Victor Vasarely)


VICTOR VASARELY

L'uovo di Colombo


In questi giorni leggevo in alcuni siti d'arte i commenti di alcuni visitatori della biennale di Venezia.
Molti di questi commenti (accompagnati da foto)si riferivano al "cadavere del collezionista".Io mi ricordavo di aver letto, qualche anno addietro, di una performance artistica analoga avvenuta in una galleria di Verona.Per mia fortuna,l'altro giorno il quotidiano "L'Arena di Verona" con un articolo a firma di Maria Teresa Ferrari mi ha risvegliato questo frammento di memoria.Leggetevi l'articolo,io sono daccordo con l'articolista nel dire che ricevere una menzione speciale dalla giuria della biennale per un'opera che sa da plagio e' riprovevole,oltre a dimostrare che queste giurie spesso sono composte
da persone che non hanno nel loro dna una cultura storica dell'arte.
Gianantonio Marino zago

CESARE BERLINGERI


Cesare Berlingeri
(Cittanova,(RC) 1948)

Cesare Berlingeri è nato nel 1948 a Cittanova (RC) e vive e lavora a Taurianova, sempre in provincia di Reggio Calabria. Inizia a dipingere giovanissimo. Nel 1964 emigra in Piemonte, dove lavora presso un decoratore di chiese. Successivamente intraprende una serie di viaggi in Italia e in Europa, prende contatto con altri artisti e si avvicina al mondo della cultura contemporanea, in continua metamorfosi. Nel 1970 è a Roma; lavora per il teatro e per la televisione come scenografo e costumista, con il regista Enrico Vincenti. Contemporaneamente, e fino al 1974, è responsabile per il canale arte dei centri servizi culturali CIF della Calabria. In questi anni sperimenta tecniche e maniere diverse di dipingere, utilizzando agenti atmosferici quali vento, pioggia,fuoco e materiali come la calce, il cemento, la carta straccia e la tela.Nel 1976 comincia a lavorare alla “spiegazione” e si avvicina agli artisti della Galleria Soligo di Roma: Tano Festa, Mario Schifano, Giulio Turcato,Franco Angeli, Alberto Parres, Nicola Maria Martino, Gianstefano Burattini; ma è con Festa che, pur nell’assoluta diversità, nasce una grande amicizia e si sviluppa una notevole affinità intellettuale.Dal 1980 al 1986 vive una fase di passaggio tra le istanze concettuali e l’emergere di una riscoperta della materia pittorica. Le opere di questo periodo sono prevalentemente tele di notevoli dimensioni dipinte, con grandi gesti, con colori a olio e smalti industriali. In questi anni si intensifica il lavoro con il teatro.Dal 1989 al 1995 è docente presso l’Accademia d’Arte Drammatica della Calabria a Palmi.
A partire dal 1987 l’interesse per il colore e il segno viene esaltato con la realizzazione di grandi dipinti monocromi su tela, con l’aggiunta di pesanti lastre di ferro e superfici spesse di cera vergine su legno e pigmenti allo stato puro. L'incontro con Tommaso Trini, nel 1990, ha segnato l‘inizio dei dipinti piegati, ai quali l’artista aveva iniziato a lavorare quindici anni prima. Mediante le famose tele piegate Berlingeri intende “evocare segreti senza tuttavia svelarli completamente”; ecco allora che le sue opere nascono da un profondo desiderio di occultamento, cioè l'artista nasconde i diversi dati percettivi, conservandoli gelosamente tra le pieghe delle tele.


parte della fonte: Ufficio Stampa Fenice

martedì 23 giugno 2009

Arte Mondadori - Copertine Vecchi Numeri N° 313 Ottobre 1999

ARTE Numero 313

Ottobre 1999

Copertina
Inchiesta
Aste online
il boom del mercato
parte dalla rete

Scoperte
Le ombre di Canogar
I vetri di Deboni
Le giungle di De Grandi

Grandi Mostre
a Venezia i capolavori
della collezione Krugier

OPERA IN PRIMO PIANO (George Lilanga )


GEORGE LILANGA

(particolare)

lunedì 22 giugno 2009

Arte Mondadori - Copertine Vecchi Numeri N° 313 Settembre 1999

ARTE Numero 313

Settembre 1999


Copertina
Inchiesta
Le collezioni impossibili


I protagonisti del mese
Casorati, Donghi, Van Gogh,
Baj, Gavazzi, Borghi, Suau
e un secolo di pittura americana

ROBERT INDIANA ( ROBERT CLARK )


Robert Indiana (Robert Clark)
(New Castle, (Indiana) 1928)

Nato nel 1928 a New Castle nello stato dell’Indiana, col vero nome di Robert Clark. Pittore, scultore e incisore, Indiana si diploma alla Arsenal Technical High School di Indianapolis nel 1942, per poi proseguire i suoi studi a New York , a Chicago, e dal '53 al '54 all'Edinborg College of Art. Dal '56 vive a New York.Oltre alla pittura, Indiana è interessato anche alla scrittura, ma abbandona la poesia e la possibilità di una carriera letteraria dopo l'incontro con E. E. Cummings nel 1955. Della seconda generazione di artisti della scuola di New York, si muove in un ambito intermedio tra la Pop Art e la linea visuale, il suo intersse si volge verso il panorama visivo rappresentato e ispirato dai segnali stradali, immagini pubblicitarie e vecchi marchi di aziende e segnaletica , che egli interpreta con allusività inquietane e simbolica , in una sorta di operazione definita "poptical" . Nei primi anni 60 sviluppa il suo stile caratterizzato da colori vivaci che rappresentano lettere, parole, numeri, creando opere con una propria personalità. Indiana è conosciuto in tutto il mondo per la sua celebre scultura pop "LOVE" che campeggia per le strade di svariate città come Londra, Taipei, Tokio, Singapore, Philadelphia e New York City.

giovedì 18 giugno 2009

JOE TILSON


Joe Tilson
(Londra 1928)

E' uno degli esponenti della Pop Art inglese della seconda generazione. Da giovane lavora come carpentiere e falegname (attività che gli ha fatto padroneggiare ogni trattamento del legno, dei metalli, della carta). Il suo lavoro è basato sul recupero di immagini ambigue della grande città moderna, al recupero del senso delle immagini archetipe, della tradizione culturale, trasformandole rivitalizzandole, attraverso un linguaggio moderno comprensibile all'uomo contemporaneo, in forme simboliche , polimateriche in legno dipinto, strutturandole geometricamente in un ordine logico mentale e nello stesso tempo ludico; interessato ai giuochi linguistici , sia visivi che verbali nella comunicazione di massa , perché essi possono influenzare la nostra conoscenza. Esaltando l'effimero si può far cambiare l'atteggiamento che la gente ha per esso , rendendola più cosciente della temporaneità e mutabilità delle cose, nell'inevitabilità dei cambiamenti. Opere tutte di grande personalita', ricche di significati e caratterizzate da una splendida fattura “artigianale".
Ottiene il suo primo riconoscimento internazionale alla Biennale di Venezia del 1964.A quella sono seguite molte mostre internazionali a Rotterdam, Vancouver, Bristol, Milano. Nel 1985 viene nominato membro della Royal Academy of Arts di Londra. Vive e lavora a Londra, alternando e trascorrendo diversi mesi dell'anno nella casa di Cortona in Toscana.

Arte Mondadori - Copertine Vecchi Numeri N° 311 Luglio 1999

ARTE Numero 311

Luglio1999

Copertina
Fernando Botero
A Firenze.
Trenta sculture
in piazza

Basquiat
il re nero dei graffiti
Tre mostre per
una vita bruciata

Inoltre
Rotella

KEITH HARING


Keith Haring
(Kutztown (Pensylvania), 1958 - New York, 1990)

Keith Haring, dopo aver studiato grafica commerciale a Pittsburg, si trasferisce a New York nel 1978, iscrivendosi alla School of Visual Arts. Ma il suo terreno d'azione è la strada e la metropolitana, sono gli anni che esplode li fenomeno del graffitismo (inizialmente illegale, tanto che l'artista viene arrestato più volte) Haring ne diventa subito protagonista , grazie a quel segno immediatamente identificabile, alla velocità del gesto , alla fantasia delle scene realizzate, a fronte di una serie di "personaggi " sempre ripetuti. Figure contornate da segni grossi e uniformi, ripetuti come in un arabesco. I suoi disegni proponevano un "linguaggio visuale", un esperanto visivo al quale tutti accedevano con facilità e semplicità, la stessa con la quale egli creava i suoi personaggi. Nel 1980 partecipa con Andy Warhol alla rassegna "Terrae Motus" di Lucio Amelio, in aiuto delle vittime del terremoto che colpì l'Irpinia e occupa un palazzo nella zona di Time Square, organizzando la mostra "Time square show". Nell'83 partecipa alla Withney Biennal e alla Sao Paulo Biennal, espone a Londra, a Tokyo, ed incontra per la prima volta Andy Warhol. Nell'86 apre il primo "Pop shop", a New York.Nel 1987 dipinge a Parigi, una parte dell'Hopital Necker.Nel 1985 dipinge una murata nel negozio Fiorucci di Milano.Il 16 Febbraio del 1990, a New york, a soli 31 anni, Keith Haring muore di AIDS lasciando un segno indelebile, come una vernice spray, nell'arte contemporanea, le sue opere fatte di personaggi e di storie astratte lo hanno collocato tra gli artisti più rappresentativi della Pop-art.

Nel riquadro particolare del murale di Pisa sulla parete del Convento di Sant'Antonio.

mercoledì 17 giugno 2009

OPERA IN PRIMO PIANO (Giovanni Gasparro)


Non mi è stato facile scegliere un'immagine rappresentativa di questo giovane artista, sono affascinata da tutte le sue opere,per chi volesse approfondire la sua conoscenza è possibile collegarsi al suo blog tramite il link http://giogasparro.blogspot.com/search/label/Paintings
Giovanni Gasparro nato a Bari il 22/10/1983, lavora e vive ad Adelfia e Roma.

Arte Mondadori - Copertine Vecchi Numeri N° 310 Giugno 1999

ARTE Numero 310

Giugno 1999

Copertina
Mariko Mori
E le bambole Androidi.
A Milano

Robert Delaunay
dandy e pittore
Dalla & Di Sabatino
galleristi a Bologna
Xavier Bueno
un ritorno atteso

martedì 16 giugno 2009

GIUSEPPE RESTANO


Giuseppe Restano
(Grottaglie (Ta) 1970)

Giuseppe Restano è nato nel 1970 a Grottaglie (Ta), vive e lavora a Firenze
Il sapore iperrealista rimane tipico nel lavoro di Giuseppe Restano, giocato sulle assenze e sulla precisione della rappresentazione, utilizzando il linguaggio fotografico e pubblicitario, isolando i soggetti e proponendo particolari tagli delle immagini, creando suggestivi luoghi della memoria, dove la ricerca pittorica acquista una valenza intima. L’occhio del pittore coglie ciò che sta dietro alla visione fenomenica, analizzando attraverso la linea e la campitura di colore l'essenza, la struttura di cio' che si nasconde dietro agli oggetti che rappresenta.
Parlando del suo lavoro l'artista dice:
....."Nel mio lavoro uso la fotografia come strumento per dipingere, più precisamente per fissare con maggiore attenzione la visione del soggetto che suscita in me quel particolare tipo di emozione e che trasmetto attraverso una pittura eseguita con molta cura.......... Non sono in grado di asserire se potrei fare a meno della fotografia.......... Di essa conservo sulla tela solo quegli elementi ritenuti essenziali per il dipinto, in modo che l'opera si possa appropriare di una migliore sintesi formale........ Così nascono i miei quadri, dalle atmosfere sfocate sottolineate dal fascino delle linee naturali dei soggetti, raffiguarati con armonia di colore........ Ho sempre pensato di proporre quadri comprensibili, per questo preferisco dipingere soggetti che non trasmettano messaggi da decifrare ma che mostrino immagini note a chiunque"...

Arte Mondadori - Copertine Vecchi Numeri N° 309 Maggio 1999

ARTE Numero 309

Maggio 1999

Copertina
Cahors Fotografia
Alla grande Festa
di Madame Perrin

Pollock
La mostra più grande
Stone Roberts
L'americano più fiammingo
Tecnobody
La tendenza più nuova



OPERA IN PRIMO PIANO ( Salvatore Alessi )


SALVATORE ALESSI

“la zona morta”


olio su tela Cm 100x150

lunedì 15 giugno 2009

in primo piano iL MaNiFeSTo DeLL'iNNaTuRaLiSMo

-in primo piano iL MaNiFeSTo DeLL'iNNaTuRaLiSMo

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http://www.innaturalismo.com/
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Innaturalismo è rappresentazione dell’uomo e dell’umanità per come essi sono, ovvero da oltre quindicimila anni scivolati verso l’innaturalità.
Innaturalismo è mostrare senza vane speranze, senza pietistici compramessi, senza romantiche interpretazioni, l’abisso del nulla nel quale l’uomo è precipitato trascinando con sé tutto ciò che lo circonda.
Innaturalismo è perciò evidenziare il brutto poiché il bello è scomparso dal mondo ed ove vi fosse ancora, non sarebbe comunque percepibile dall’uomo moderno.
L’artista innaturalista, infischiandosene allegramente della tristezza che ciò induce nelle persone sensibili, non propone soluzioni perché il regresso è inarrestabile, ma si limita a farsi specchio registrando fedelmente gli innumerevoli aspetti e le mutevoli forme della prigioniera umanità,
-ordinatamente caotica e caoticamente ordinata, vuota di pienezza e piena di vuoto,
infelicemente gaia e gaiamente infelice,
passivamente attiva ed attivamente passiva,-
di questi tempi ultimi.
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http://www.equilibriarte.org/enzocorrenti/blog/in-primo-piano-il-manifesto-dell-innaturalismo-
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post di ENZO CORRENTI

Arte Mondadori - Copertine Vecchi Numeri N° 308 Aprile 1999

ARTE Numero 308

Aprile 1999

Copertina
A Lugano Modigliani
Una grande
"prima" mondiale

Inchiesta
Il nuovo a Roma,
città d'arte

Le mostre
Hockney a Parigi.
Il centenario di Fontana.
Kiefer a Bologna e a Milano


domenica 14 giugno 2009

VIRGILIO GUIDI


Virgilio Guidi
(Roma 1891 Venezia 1984)

La pittura di Guidi si forma originariamente sotto la guida di G.A. Sartorio all'Accademia di Belle Arti di Roma e subisce poi un certo influsso di Spadini, per maturare infine in piena autonomia a partire dalle riflessioni sull'opera di Piero della Francesca e di Giotto. L’artista inizia a esporre nel 1915 invitato alla Mostra della Secessione romana; da allora, si susseguono le partecipazioni alle più importanti manifestazioni artistiche - Biennali di Roma e Venezia, Quadriennali di Roma, Sindacali del Lazio ecc.; in breve Guidi si afferma come un indiscusso protagonista della vita artistica italiana.. Madre che si leva (1921), esposto alla Biennale di Venezia del '22, nel solenne richiamo a Piero della Francesca - da poco esaltato da Roberto Longhi - costituisce già un sicuro punto di riferimento per il purismo in via di elaborazione di Donghi e Trombadori. La volontà di spiazzare l'immagine in senso metafisico appare evidente in opere come Il dirigibile (1922), ma soprattutto In tram (1923, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna), quest'ultimo acquistato nel 1924 alla Biennale di Venezia, capolavoro "metafisico" degli anni Venti e punto di riferimento per il purismo prima e poi per le nuove generazioni romane (da Di Cocco a Mazzacurati ai tonalisti). Alla fine degli anni Venti, chiamato a succedere a Ettore Tito alla cattedra di pittura all'Accademia di Venezia, abbandona Roma .Particolarmente significative la partecipazione alla mostra "Dieci artisti del Novecento italiano", allestita da Margherita Sarfatti all'esposizione degli Amatori e Cultori del 1927( espone Il pittore all’aria aperta) e la sala personale alla II Quadriennale romana del '35.In quest’ultima occasione formula in uno scritto alcune importanti considerazioni sulla pittura. Luce, forma e colore sono - e resteranno - un trinomio inscindibile, i soli strumenti idonei a esprimere un'idea della pittura che è sostanzialmente necessità di una nitida misura mentale. Anche quando, a partire dagli anni Cinquanta, il riferimento alla figurazione si farà sempre meno esplicito, la continuità con la produzione precedente verrà mantenuta nella tensione metafisica dello spazio-luce, ulteriormente sublimata dalla fondamentale esperienza veneziana (Figure nello spazio, Lagune).

Estratto dal sito "Archivio della scuola Romana"

PeRFoRMaNCe DeLL'uoMo CaRTa a BaTTiPaGLia, NoTo e RoMa MaGGio 2009


-performance Io e Silvia
UNDERGROUND dal caos all'anima... dall'anima alla tela
Pittura Contemporanea
22-23-24 maggio 2009
TEATRO DEGLI ARCHI - ROMA
Associazione Culturale Musincante
A cura di Ernesta Galeoni e la collaborazione di Rodolfo Cubeta

-performance Io sono nessuno e tu?
UNDERGROUND dal caos all'anima... dall'anima alla tela
Pittura Contemporanea
22-23-24 maggio 2009
TEATRO DEGLI ARCHI - ROMA
Associazione Culturale Musincante
A cura di Ernesta Galeoni e la collaborazione di Rodolfo Cubeta

-Performance Punto d'incontro Enzo Correnti e Stefano Cannone
UNDERGROUND dal caos all'anima... dall'anima alla tela
Pittura Contemporanea
22-23-24 maggio 2009
TEATRO DEGLI ARCHI - ROMA
Associazione Culturale Musincante
A cura di Ernesta Galeoni e la collaborazione di Rodolfo Cubeta


-performance aLTRoVeiLMaRe_MaSaLLaDeLMaR di Enzo Correnti e Maya Lopez Muro
Anime Contemporanee and friends
Quando l'arte incontra l'arte
Noto (Siracusa) 2009
a cura di Corrado Roccaro e Valentina Mammana

-performance a DOLCE VITA d'ARTISTA on the road
Battipaglia 10 maggio 2009
A cura di Officina 31 di Battipaglia (Salerno)

-performance a DOLCE VITA d'ARTISTA on the road
Battipaglia 10 maggio 2009
A cura di Officina 31 di Battipaglia (Salerno)
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Inserito da Enzo Correnti

Arte Mondadori - Copertine Vecchi Numeri N° 307 Marzo 1999

ARTE Numero 307

Marzo 1999

Copertina
Una Favola
a tre dimensoni.
Norberto scultore

Inchiesta
Il ritorno del mito
I vetri di Babled
Le terre di Chillida
I colori di Rothko





Inoltre
Martinelli, Ogata
Galimberti, Martino.

sabato 13 giugno 2009

Il mio ultimo lavoro


"IP" L'ultimo disegno a matita su carta di Augusto Marchetti


Arte Mondadori - Copertine Vecchi Numeri N° 306 Febbraio 1999

ARTE Numero 306

Febbraio 1999

Copertina
Anish Kapoor
Il rito come arte

Mostre & maestri
Gauguin e il lusso
della semplicità.
Klimt alla guerra di
Seccessione.
Mel Ramos, il pop
degli ultracorpi


Cosa c'è sotto le nuvole parte 1 di 2

Cosa c'è sotto le nuvole parte 2 di 2