Per tutti coloro che visitano questo blog
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Vi invito a guardare il documentario in fondo alla pagina è un'opera d'arte.
"Cosa c'è sotto le nuvole"
Il video descrive il degrado in atto nelle Alpi Apuane .
Regia,Testi,Musica di:
Alberto Grossi
Vincitore del premio speciale al Mountain Film Festival di Trento.
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giovedì 18 giugno 2009
KEITH HARING
Keith Haring
(Kutztown (Pensylvania), 1958 - New York, 1990)
Keith Haring, dopo aver studiato grafica commerciale a Pittsburg, si trasferisce a New York nel 1978, iscrivendosi alla School of Visual Arts. Ma il suo terreno d'azione è la strada e la metropolitana, sono gli anni che esplode li fenomeno del graffitismo (inizialmente illegale, tanto che l'artista viene arrestato più volte) Haring ne diventa subito protagonista , grazie a quel segno immediatamente identificabile, alla velocità del gesto , alla fantasia delle scene realizzate, a fronte di una serie di "personaggi " sempre ripetuti. Figure contornate da segni grossi e uniformi, ripetuti come in un arabesco. I suoi disegni proponevano un "linguaggio visuale", un esperanto visivo al quale tutti accedevano con facilità e semplicità, la stessa con la quale egli creava i suoi personaggi. Nel 1980 partecipa con Andy Warhol alla rassegna "Terrae Motus" di Lucio Amelio, in aiuto delle vittime del terremoto che colpì l'Irpinia e occupa un palazzo nella zona di Time Square, organizzando la mostra "Time square show". Nell'83 partecipa alla Withney Biennal e alla Sao Paulo Biennal, espone a Londra, a Tokyo, ed incontra per la prima volta Andy Warhol. Nell'86 apre il primo "Pop shop", a New York.Nel 1987 dipinge a Parigi, una parte dell'Hopital Necker.Nel 1985 dipinge una murata nel negozio Fiorucci di Milano.Il 16 Febbraio del 1990, a New york, a soli 31 anni, Keith Haring muore di AIDS lasciando un segno indelebile, come una vernice spray, nell'arte contemporanea, le sue opere fatte di personaggi e di storie astratte lo hanno collocato tra gli artisti più rappresentativi della Pop-art.
Nel riquadro particolare del murale di Pisa sulla parete del Convento di Sant'Antonio.
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Non è un po' sopravvalutato?
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