Per tutti coloro che visitano questo blog
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Vi invito a guardare il documentario in fondo alla pagina è un'opera d'arte.
"Cosa c'è sotto le nuvole"
Il video descrive il degrado in atto nelle Alpi Apuane .
Regia,Testi,Musica di:
Alberto Grossi
Vincitore del premio speciale al Mountain Film Festival di Trento.
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mercoledì 13 maggio 2009
JANNIS KOUNELLIS
Jannis Kounellis
(Pireo,Grecia, 1936)
Jannis Kounellis uno dei massimi protagonisti dell’Arte Povera. Il settantenne scultore greco, ormai da 50 anni stabilmente in Italia, romano d'adozione (è in Italia dal 1956), a Roma completa i suoi studi all’Accademia delle Belle Arti sotto la guida di Toti Scialoja, oggi è uno dei più noti artisti a livello mondiale, ha iniziato la sua lunga attività nella Roma degli anni sessanta , in pieno clima pop, e ha contribuito a far virare quell'ambiente verso un'attenzione ponderata nei confronti dei materiali, degli oggetti, della storia dell'uomo.Le prime esposizioni risalgono agli inizi degli anni ’60: una serie di tele caratterizzate da segni tipografici ingranditi, fluttuanti su superfici chiare, che perdono il loro valore di simbolo rimandando ad altri significati.E’ il periodo in cui la cultura italiana, dopo gli anni del neorealismo e dell‘impegno politico antifascista, tenta di recuperare il ritardo causato dal provincialismo culturale che l‘aveva caratterizzata tra le due guerre mondiali, aprendo le sue frontiere e aggiornandosi sulle tendenze artistiche più avanzate. Già in questi primi lavori l’arte di Kounellis non rappresenta più, ma è, l’artista non è più imitatore ma creatore di una nuova realtà. Sulla base di questa poetica Kounellis inizia a non esporre solo dipinti, ma anche materiali prelevati direttamente dal reale: legno, frammenti industriali, animali.E’ alla fine degli anni Sessanta, dopo la rassegna "Arte Povera + Azioni Povere" (Antichi Arsenali di Amalfi, 1968), che l’artista inizia a proporre grandi installazioni, che valorizzano elementi naturali oppure oggetti di uso quotidiano, utilizzando materiali e elementi, come il carbone, fuliggine, fuoco, legno o fiori. Le sue installazioni invadono lo spazio delle gallerie, lo spettatore non si trova più di fronte ma dentro l’opera, diventandone parte integrante.
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