Per tutti coloro che visitano questo blog
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Vi invito a guardare il documentario in fondo alla pagina è un'opera d'arte.
"Cosa c'è sotto le nuvole"
Il video descrive il degrado in atto nelle Alpi Apuane .
Regia,Testi,Musica di:
Alberto Grossi
Vincitore del premio speciale al Mountain Film Festival di Trento.
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venerdì 3 luglio 2009
ENNIO MORLOTTI
Ennio Morlotti
(Lecco 1910 – Milano 1992)
Ennio Morlotti , uno dei principali protagonisti della vicenda artistica italiana ed europea del secondo Novecento, è nato a Lecco, sul lago di Como, il 21 settembre 1910. Contabile in un oleificio e poi operaio in fabbrica, nel 1936 abbandona il lavoro e e si iscrive all'Accademia di Firenze, dove si diploma con una tesi su Giotto. Un breve soggiorno parigino nel '37 lo porta a diretto contatto con l'opera di Cézanne e Picasso e nel '40 entra nel gruppo milanese di"Corrente" aperto ai nuovi linguaggi del post-impressionismo francese. Nel '45 firma con Treccani e Cassinari il Manifesto del nuovo realismo aderendo successivamente al Fronte Nuovo delle Arti. Nello stesso anno, grazie a una borsa di studio ritorna a Parigi dove conoscePicasso, Braque, De Staël, Sartre e Camus. Ma dopo due mesi rientrò a Milano poiché non riusciva a dipingere , dove nel '50, dopo la rottura del Fronte Nuovo delle Arti, aderisce con Birolli e Cassinari al "Gruppo degli Otto" di Lionello Venturi, propugnatore di un indirizzo "astratto-concreto".
Nascono così i grandi paesaggi informali degli anni Cinquanta presentati per la prima volta nel '53 da Giovanni Testori a Milano e ispirati a un personalissimo naturalismo informale che si ricollega alla pittura di Pollock, de Koonig e de Staël.
Facendo propria la lezione di Monet e Cézanne di osservazione ossessiva e di dilatata decomposizione della natura, Morlotti supera definitivamente nel paesaggio ogni residuo ottocentesco della visione, abolisce la distanza e fa della natura una parete impenetrabile, chiusa davanti allo sguardo angosciato e impotente. La pittura stessa si fa natura e la densa matericità del colore diventa la sua carne rigogliosa e slabbrata, un fitto labirinto cromatico senza via d'uscita.La Biennale di Venezia ospitò numerose volte le sue opere, nel 1950, nel1952 assieme al Gruppo degli Otto, nel 1954 con una sala presentata da Giovanni Testori , nel1962 vincendo il premio (ex equo con Capogrossi) , nel 1964 all'interno della sezione "Arte d'oggi nei musei", nel 1972 con una sala personale, nel 1988 con un'altra personale nel padiglione dedicato all'Italia e nella sezione dedicata alla rassegna "Il Fronte nuovo delle Arti alla Biennale del 1948" Negli ultimi trent'anni, dopo la scoperta del paesaggio ticinese di Mendrisio e di quello ligure, appare nei paesaggi di Morlotti lo spiraglio del cielo e nasce la serie suggestiva delle Rocce e delle Bagnanti, dove, in forme diverse, ritorna il tema dell'angoscioso smarrirsi dello sguardo e dell'uomo davanti al muro del proprio destino.
Ennio Morlotti è morto a Milano nel 1992.
Nel riquadro "Fiori", oil on canvas, 1956
(Lecco 1910 – Milano 1992)
Ennio Morlotti , uno dei principali protagonisti della vicenda artistica italiana ed europea del secondo Novecento, è nato a Lecco, sul lago di Como, il 21 settembre 1910. Contabile in un oleificio e poi operaio in fabbrica, nel 1936 abbandona il lavoro e e si iscrive all'Accademia di Firenze, dove si diploma con una tesi su Giotto. Un breve soggiorno parigino nel '37 lo porta a diretto contatto con l'opera di Cézanne e Picasso e nel '40 entra nel gruppo milanese di"Corrente" aperto ai nuovi linguaggi del post-impressionismo francese. Nel '45 firma con Treccani e Cassinari il Manifesto del nuovo realismo aderendo successivamente al Fronte Nuovo delle Arti. Nello stesso anno, grazie a una borsa di studio ritorna a Parigi dove conoscePicasso, Braque, De Staël, Sartre e Camus. Ma dopo due mesi rientrò a Milano poiché non riusciva a dipingere , dove nel '50, dopo la rottura del Fronte Nuovo delle Arti, aderisce con Birolli e Cassinari al "Gruppo degli Otto" di Lionello Venturi, propugnatore di un indirizzo "astratto-concreto".
Nascono così i grandi paesaggi informali degli anni Cinquanta presentati per la prima volta nel '53 da Giovanni Testori a Milano e ispirati a un personalissimo naturalismo informale che si ricollega alla pittura di Pollock, de Koonig e de Staël.
Facendo propria la lezione di Monet e Cézanne di osservazione ossessiva e di dilatata decomposizione della natura, Morlotti supera definitivamente nel paesaggio ogni residuo ottocentesco della visione, abolisce la distanza e fa della natura una parete impenetrabile, chiusa davanti allo sguardo angosciato e impotente. La pittura stessa si fa natura e la densa matericità del colore diventa la sua carne rigogliosa e slabbrata, un fitto labirinto cromatico senza via d'uscita.La Biennale di Venezia ospitò numerose volte le sue opere, nel 1950, nel1952 assieme al Gruppo degli Otto, nel 1954 con una sala presentata da Giovanni Testori , nel1962 vincendo il premio (ex equo con Capogrossi) , nel 1964 all'interno della sezione "Arte d'oggi nei musei", nel 1972 con una sala personale, nel 1988 con un'altra personale nel padiglione dedicato all'Italia e nella sezione dedicata alla rassegna "Il Fronte nuovo delle Arti alla Biennale del 1948" Negli ultimi trent'anni, dopo la scoperta del paesaggio ticinese di Mendrisio e di quello ligure, appare nei paesaggi di Morlotti lo spiraglio del cielo e nasce la serie suggestiva delle Rocce e delle Bagnanti, dove, in forme diverse, ritorna il tema dell'angoscioso smarrirsi dello sguardo e dell'uomo davanti al muro del proprio destino.
Ennio Morlotti è morto a Milano nel 1992.
Nel riquadro "Fiori", oil on canvas, 1956
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