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Vi invito a guardare il documentario in fondo alla pagina è un'opera d'arte.

"Cosa c'è sotto le nuvole"
Il video descrive il degrado in atto nelle Alpi Apuane .

Regia,Testi,Musica di:
Alberto Grossi
Vincitore del premio speciale al Mountain Film Festival di Trento.

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domenica 8 novembre 2009

Daniele Galliano


Daniele Galliano
(Pinerolo, Torino 1961)

La dimensione del movimento implicita nei quadri di Daniele Galliano è data dalla velocità di una gesto pittorico istantaneo, dalla sensazione di una immagine 'scattata' o rubata apparentemente per caso in una carrellata in tempo reale nei sobborghi dimenticati ed emarginati della città. Quasi crudo e nudo documentario girato in videocamera in soggettiva, i quadri di Galliano si concentrano sulla narrazione in diretta del paesaggio periferico suburbano e dalla varia umanità che in esso vi vive. I personaggi delle sue opere creano paesaggi antropologici formati da gente di confine, in quei laboratori multuculturali e multirazziali, transgenerici e tecnologici, dove si sperimentano le trasformazioni della nostra identità sociale e culturale ai confini e alle periferie delle nostre convenzioni tradizionali.

Questa 'pittura istantanea' implica un tempo che si concentra sulla dimensione del momento attuale, privo di passato e di futuro. I suoi quadri hanno inquadrature non frontali, hanno spesso pochi colori e propongono una prospettiva priva di profondità per marcare la loro dimensione assoluta nel presente. Presente che per restare tale deve essere in continuo movimento, sfuggire, non farsi catturare come il segno veloce che contraddistingue la sua pittura capace di creare la sensazione di una 'visione di un mondo perduto nell'attimo stesso in cui viene percepito'.

Daniele Galliano dipinge scorci urbani e persone che abitano un Occidente in rapido e radicale cambiamento, e forse ormai in declino, rispetto ad un Oriente dove la Cina si attesta come la nuova superpotenza economica del Terzo Millennio.

Il linguaggio espressivo di Galliano, fin dagli esordi negli anni ‘80, si caratterizza per quel lasciare in voluta evidenza il fatto che ogni dipinto è tratto da una foto, scattata con una macchina snapshot di bassa qualità e a basso costo, oppure prendendo spunto da una immagine vista su un rotocalco (anche pornografico) o alla televisione. Da qui deriva la sfocatura e l’effetto di mosso, con luci notturne che lasciano tracce e scie filamentose di colore, come nel caso dei fari delle auto in corsa. Galliano non dipinge mai la realtà in presa diretta, dal vero, ma solo come meta-realtà. In verità tutti i suoi quadri sono il rispecchiamento della sua visione del mondo, della sua anima, sottilmente angosciata.

Dal portale Box Art galleria d'arte

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