Vania Elettra Tam
(Como, 1968)
Vania nei suoi lavori interpreta la donna con le sue sofferenze dolori e malesseri cercando in qualche modo di rivalorizzare e "ricomporre" la sua figura come nei suoi "manichini" "imposti" dalla contemporaneità , intercambiandogli braccia, gambe, testa, occhi, dalla serie"mi ricompongo" per inserirla in un contesto irreale in una sorta di posizionamento temporale per poi di nuovo trasmigrare e ritrovarsi nella sua veste tradizionale "Assorbita dai lavori domestici" in una serie di "quasi" "monocromi grigi" che evidenziano tutte le fatiche quotidiane intraprese fra le mura domestiche, spiandola nel suo "privato", ora alle prese con una lavatrice ....poi a governare il bagno,......e ritrovarla in improbabili incontri su divani per dialogare con una moltitudine di se "stessa" e rivedersi nella sua femminilità riscoprendosi donna, in "Sdoppiamenti" , "se telefonando", "ti amo da impazzire ti amo da morire"......e infine ritrovarsi sola a fare la spesa "single" o illuminata dalle luci artificiali di un computer o un televisore , di un frigo aperto per dissetarsi,e in fondo alla giornata scoprire sotto le lenzuola un letto spoglio di un'amore che non c'è e allungare la mano verso l'ultimo spiraglio di luce artificiale per spengnere la notte. "Luci artificiali"
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