( Montappone (AP) 1944)
cm 80x120
Movimento artistico sorto dall'omonima mostra del 1980 e teorizzato da Flavio Caroli nel 1982. Rientra nel Postmoderno, ovvero a quel termine internazionale che accomuna la cultura in genere (architettura, design, pubblicità, arte ecc.) alla vita quotidiana. Il movimento propone l’abbandono del concetto di avanguardia con l’idea di un revival delle più varie esperienze figurative del sec. XX. Ne fanno parte Ubaldo Bartolini, Omar Galliani, Luigi Mainolfi, Aldo Spoldi, Salvo, Luciano Castelli, Nino Longobardi, Gianfranco Notargiacomo e Marcello Jori.
Ritenuto da molti il maggiore paesaggista italiano odierno, Ubaldo Bartolini si è sempre distinto per lo spessore creativo ed il caratteristico linguaggio.
La lenta ed ininterrotta contemplazione di Bartolini è come una calma poesia recitata nel paesaggio romano: il movimento lento e grave dell’artista stende il colore come una pelle cromatica, trasfigurando oggetti ed ambienti in vere e proprie tonalità di luce. L'osservazione di Bartolini è un percorso verso orizzonti lontani, simile a quello dei suoi piccoli viandanti e lavandaie. Lo stesso artista, quando dipinge, si immedesima nelle piccole figure che valle dopo valle raggiungono nuovi territori: entrando nel paesaggio con il suo sguardo emotivo, può dipingere l'idea della spazialità aperta.
I lavori di Bartolini si riallacciano alla nascita della rappresentazione del paesaggio come genere indipendente: vi si possono scoprire sia riferimenti ai manieristi del ‘500 che agli artisti dell'Europa settentrionale presenti in Italia nel ‘600. L'evoluzione della sua arte è passata per una presa di coscienza del senso di panico e magia insito nella natura: un mondo fatto di sentieri, valli, colline, monti, cipressi e piccole figure umane, in cui gli elementi cercano continuamente di fondersi per effetto di nebbie, albe o tramonti. Nella continua giravolta di orizzonti agitati come un mare in burrasca, masse rarefatte che straripano fino ai bordi della tela, sentieri a strapiombo, emerge una "natura" irrazionale del paesaggio, che porta a momenti di intensa elevazione emotiva e spirituale.
Estratto dal sito della Galleria il Planetario
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